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buchi colonna diavolo - Milano

Perché ci sono due buchi su quella colonna?

Siete mai stati a visitare la Basilica di Sant’Ambrogio? Non serve che entriate, basterà fermarvi nella piazza antistante e cercare una colonna… Nell’attesa di poterci andare, leggete qui che cosa abbiamo da raccontarvi.
Si narra che questi buchi siano stati lasciati dalle corna del diavolo che, sbattuto contro la colonna da Ambrogio, sia rimasto incastrato prima di scappare e ritornare all’Inferno da dove era venuto! Pensate che si racconta che il diavolo rimase bloccato alla colonna per due giorni e che poi, a fatica, sia riuscito a fuggire. La credenza inoltre racconta che da quei due fori si possa sentire un forte odore di zolfo, se ci si appoggia il naso, e che si possano sentire i rumori degli inferi, se ci si appoggia l’orecchio… e che comunque, cosa assai più semplice, porti fortuna infilarvi le dita!

(Tratto dal percorso “Il quartiere della tradizione” di manoxmano)


peste via Laghetto Milano

Perché nella zona di Via Laghetto non si ammalavano di peste?

Si narra che in Via Laghetto al 2, abitasse una strega, anzi, la strega delle streghe. Il suo nome era Arima! Sembra che Arima, di notte, organizzasse feste e banchetti, preparasse pozioni magiche e sortilegi, ballasse sui tetti insieme alle sue seguaci e, sempre con loro, volasse fino in Piazza della Vetra! La gente dell’epoca si teneva ben lontana da questi strani luoghi indicando spesso il male e l’occulto laddove invece regnava solo miseria e povertà. Infatti, quando a Milano arrivò il morbo della peste, la città fu messa in ginocchio… La malattia dilagava velocemente ma, con sorpresa di tutti, nella zona di Via Laghetto nessuno, né uomo né donna, si ammalava mai. Non esistendo una spiegazione apparente, la popolazione iniziò a pensare che la malattia venisse tenuta lontana dai sortilegi e dalle magie delle streghe che ci abitavano. La verità, invece, sembra sia un’altra…
In quella zona esisteva una piccola darsena, un piccolo laghetto appunto, dove arrivavano i barconi pieni di blocchi di marmo. Questo materiale veniva scaricato, tagliato e trasportato fino al Duomo in costruzione. Pare che la polvere di marmo depositandosi ovunque ma soprattutto sulla pelle dgli abitanti del quartiere, li rendesse immuni dall’attacco delle pulci che, ai tempi, rappresentavano il veicolo principale per la trasmissione della malattia…
Ecco quindi svelato il mistero. Avete visto come era semplice? Quindi, mi raccomando, non date mai giudizi troppo affrettati… il più delle volte esiste una spiegazione, basta cercarla!

(Tratto dal percorso “Streghe a Milano” di manoxmano)


diavolo corso di Porta Romana 3 Milano

Perché si dice che in Corso di Porta Romana 3 abitasse il Diavolo?

La leggenda racconta che un certo marchese Acerbi, che qui risiedeva, non curante della terribile epidemia di peste che cinse Milano 400 anni fa, organizzasse feste in continuazione nelle sale del palazzo e quando usciva, lo si vedeva girare per le strade con una carrozza nera trainata da sei cavalli neri e con sedici guardie del corpo vestiti in livrea verde dorata….che personaggio inquietante! Chi di notte attraversava le vie della città in quel periodo non vedeva altro che cataste di morti per le strade, ma se si avvicinava a palazzo Acerbi, invece, udiva solo musica e schiamazzi che provenivano dalle sale del Palazzo dove il marchese invitava quei nobili, rimasti in città, a divertirsi noncuranti dell’epidemia… e badate bene, nessuno, ma proprio nessuno tra invitati e marchese, si ammalò mai del terribile morbo! E fu proprio per questo motivo che Ludovico Acerbi fu additato come il Diavolo in persona… sia per i suoi comportamenti scanzonati sia per il mistero che avvolgeva quella dimora dove sembrava che le sciagure non potessero entrarvi!

(Tratto dal percorso “Per le vie della paura” di manoxmano)


doccioni Duomo Milano

Perché su una chiesa tutti quei mostri?

Come in tutte le grandi opere, anche il Duomo, è accompagnato da una leggenda, una storia questa che fa anche un po’ paura. Pare che in una notte d’inverno, il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti si trovasse nel suo comodo letto principesco e che in sogno gli sia apparso il Diavolo in persona! Aiuto!
Il diavolo disse al duca che se non avesse voluto essere trascinato all’inferno per i piedi, avrebbe dovuto immediatamente (già dal giorno seguente!) dare l’avvio alla costruzione di una grandissima cattedrale che però contenesse tantissime immagini del demonio! Gian Galeazzo promise e il diavolo scomparve.
Dal giorno seguente il Duca chiamò al suo cospetto tutti i suoi ingegneri ed architetti e li mise a conoscenza del suo progetto… che doveva rispettare due cose principalmente, che la cattedrale fosse un’opera grandiosa e che in essa vi fossero tante immagini del Diavolo e cosi fu… tant’è che oggi potete ammirare, con un po’ di paura forse, quasi 100 doccioni in pietra che hanno le sembianze del demonio…
Ma voi sapete che cos’ è un “doccione”? Non è altro che una bocca collegata ad un canale che permette all’acqua di scivolare dai tetti e dalle terrazze e , anticamente, prima che tutto venisse risolto oggi con semplici tubi di rame, era usanza che tali sculture (doccioni appunto) avessero sembianze mostruose o fantastiche proprio per tenere lontano gli spiriti maligni! Quindi, non abbiate paura, la presenza di queste sinistre figure dovrebbe farvi sentire al sicuro e non in pericolo!

(Tratto dalla scheda “Duomo di Milano” di manoxmano)


ago filo nodo Milano

Perché c’è un ago gigante davanti alla stazione?

Il gigantesco ago in acciaio, alto quasi 20 metri, con il suo filo multicolorato che sbuca in un altro punto della piazza con il nodo finale, è stato pensato come riconoscimento alla laboriosità milanese e soprattutto al mondo della moda di cui Milano è uno dei principali centri al mondo… Ma vuole anche ricordare il passaggio di un treno nella galleria sotterranea, un omaggio quindi anche alla metropolitana della quale si riconoscono i colori delle tre principali linee, il rosso, il verde e il giallo…chissà, magari un giorno aggiungeranno un filo Lilla e uno Blu!

(Tratto dal percorso “Tram 1 – dalla Stazione Centrale all’Arco della Pace” di manoxmano)


cavalli Arco della Pace Milano

Perché i cavalli sono girati verso il parco?

L’Arco della Pace lo avete mai visto? E’ tutto in marmo e in cima, a 25 metri di altezza, ci sono 10 cavalli al galoppo… Dei dieci cavalli in bronzo, la cui realizzazione durò 7 anni, quattro stanno ai lati dell’arco (due per lato) e gli altri sei trainano la “Pace”(una figura femminile) che, trionfante, entra in città! Si dice che in origine i cavalli sarebbero stati pensati girati dall’altra parte, visibili quindi dai forestieri che entravano in città, ma che poi, gli Austriaci (padroni della città duecento anni fa), come smacco ai Francesi, preferirono ruotarli di 180 gradi, ovvero come oggi li vedete….
Certo è che se ci vollero 300 operai con argani e funi per sollevarli e posizionarli fin lassù, c’è da sperare che la decisione di come ruotarli non sia stata presa mentre gli operai li tenevano sospesi nel vuoto!

(Tratto dal percorso “Parco Sempione” di manoxmano)


ponte delle sirenette Milano

Ma questo ponte è sempre stato qui?

Se siete stati qualche volta al Parco Sempione, certamente non vi sarà sfuggito un grazioso ponticello, chiamato da tutti “il ponte delle sirenette” , ma ben più famoso in città come il ponte delle Sorelle Ghisini… Questo nome gli fu affibbiato perché fu il primo ponte in ferro costruito in Italia e precisamente in ghisa… Ma attenzione, questo ponticello non è sempre stato qui nel parco!
Una volta, quando si diceva fosse il ponte degli innamorati, collegava una sponda all’altra del Naviglio all’altezza dell’attuale via Mascagni, lungo la Cerchia dei Navigli…
Quando poi la cerchia fu coperta e asfaltata, il ponte, tanto caro ai milanesi, fu smontato e rimontato qui al Parco Sempione dove ora potete ammirarlo!

(Tratto dal percorso “Con l’autobus 94 lungo i Navigli scomparsi” di manoxmano)


Palazzo Marino Milano

Ma chi era il signor Marino?

In Piazza della Scala, c’è un palazzo molto ma molto importante, oggi sede dell’ufficio del sindaco e del vicesindaco della città e di tutti quelli che lavorano con loro, viste le dimensioni dell’edificio! E’ chiamato Palazzo Marino, ma come mai? Questo edificio prende il nome dal suo antico proprietario, un certo conte genovese Tommaso Marino, abile e spregiudicato uomo d’affari vissuto 500 anni fa che, dopo aver messo da parte un’enorme fortuna, decise di farsi costruire una dimora degna della sua ricchezza.
Non volle badare a spese e, distrutte delle vecchie case che occupavano questo terreno, iniziò la ambiziosa costruzione. Ma, ahimè, la sua opera non venne mai ultimata nonostante egli visse molto a lungo, pensate, quasi 100 anni! Questo perché i milanesi, che non lo amavano per nulla considerandolo un furbacchione disonesto, per vendicarsi della prepotenza del conte che si aggirava sempre protetto da decine di guardie del corpo cattivissime, lanciarono sin da subito una maledizione all’edificio ancora in costruzione che recitava più o meno così: “questo mucchio di pietre, messe insieme con il frutto di tante rapine, o brucerà, o cadrà in rovina o verrà rubato da un altro ladrone”… e infatti, il vecchio conte morì senza un soldo e senza veder completato il suo palazzo che venne confiscato dal governo spagnolo prima e da quello austriaco poi… rischiando di bruciare più volte sotto le bombe della seconda guerra mondiale!

(Tratto dalla scheda “Palazzo Marino” di manoxmano)

Leggi anche:
✎ Passeggiate per smaltire le mangiate
✎ Storie e leggende di Milano da scoprire anche dal divano

Milano, 23 dicembre 2015
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