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Ormai è un dato di fatto, uno status quo, una vera realtà. Un articolo sul Corriere delle Sera di ieri parla chiaro: “Social Street, la carica dei 61 – Milano città pioniera d’Italia”.
 
Ma di cosa stiamo parlando? Certamente di un fenomeno nuovo che, grazie alla tecnologia e ai social esistenti, mette in relazione gruppi di cittadini residenti nello stesso quartiere (o zona) e li fa sentire parte integrante di una realtà urbana più intima, più solidale e burocraticamente meno complessa.
Il fenomeno quindi è stato percepito dallo studio di Ricerche dell’Università Cattolica, in rapida ascesa e ha permesso di individuare, nella metropoli meneghina, ben 61 social street o come diremmo noi italiani “strade condivise”.
La mappatura di questo fenomeno, che individua una socializzazione in rete certamente maggiore rispetto alla condivisione reale sul territorio, mostra una radiografia della città a due facce, umana e digitale, dove la prima è ancora oggetto di sondaggi che attendono risposte.
Quello che è certo e che si percepisce in maniera univoca è che, come scrive Davide Ilarietti nell’articolo, “… in fondo le vie condivise sono esseri viventi: hanno caratteri e sentimenti come noi…”
 
Diciamo che tutto questo non deve sorprendere e non è certo un fenomeno inspiegabile!
In tempo di crisi (sarebbe anche il caso di cambiare il nome a questo concetto… perché la crisi è passata e questo è il prodotto che ne è derivato ed è a questo prodotto ci dobbiamo abituare!!!), la gente, le persone, i cittadini, tendono a fare gruppo perché in tanti è più facile farsi sentire, non solo dall’amministrazione, ma anche da se stessi.
 
È un modo per sentirsi parte di qualcosa di più ampio e più consistente della propria sfera individuale che a volte, soprattutto in una grande città tende a passare inosservata.
È un modo per farsi sentire, per dire la propria, per condividere un pensiero o una proposta, per dire “che bello” o dire “che schifo”, per far notare un problema o per festeggiare una conquista…la gente , oggi, ha bisogno di esserci, anche solo in una dimensione virtuale, ma esserci!
Nelle 61 “strade condivise” è quasi impossibile trovare un solo denominatore comune, perché i contenuti sono molteplici e, a volte, i più disparati…ma giustamente, dico io, perché ogni gruppo (Quelli di Lambrate, Quelli della zona 9, Sei della Barona se…, Quelli del quartiere sant’Ambrogio…) che risiede (o ne è affezionato!) nel suo quartiere, porta avanti le esigenze che i cittadini mettono in evidenza… e questo, ahimè, è anche il frutto dell’insoddisfazione nei confronti di chi dovrebbe esserne il promotore, ovvero l’amministrazione pubblica!
 

 
Ma andiamo oltre senza far polemiche… ora la situazione è questa: i cittadini si riappropriano della città e lo stanno facendo proponendo nuovi riti, nuove abitudini: “dal car sharing, agli orti urbani, dalla banca del tempo alle merende nel parco, dagli aperitivi, dalle colazioni della domenica, ai book crossing”.
Si diffondono aggregazione, condivisione, notizie, aiuti, solidarietà, storie… e cultura!
 
Riporto un esempio per tutti, quello che più di ogni altro sembrava una scommessa:
Il Giardino Condiviso Isola Pepe Verde (in Via Pepe 10), appunto, nel quartiere Isola.
Due anni fa, il 12 maggio del 2013, si leggeva questo comunicato:
 
Isola, apre il giardino comunitario del quartiere
Festa all’Isola per la conquista di uno spazio verde. Dopo anni di lotte, l’associazione Isola Pepe Verde ha ottenuto il via libera del Comune di Milano per realizzare il ‘giardino comunitario’, nello spazio a ridosso del ponte Bussa, a cavallo delle ferrovie di Porta Garibaldi. Dal mattino alla sera lo spazio è aperto e all’interno, dove dominava la scritta “Isola”, sono stati organizzati: un ristorante, un banchetto per la vendita dei libri e un’area giochi per i più piccoli. Spazio anche musica dal vivo (Laura Asnaghi)
 
Questo giardino può vivere solo con il contributo di tutti, grazie a chi porterà una piantina, troverà il tempo per bagnarla e per tenere aperta l’area durante tutta la settimana.
Per ora il giardino risulta aperto alla mattina dalle ore 10,30 alle 12,30 (sempre secondo la disponibilità degli abitanti) e ogni giorno dalle ore 16,00 circa con chiusura entro il tramonto.
Al Martedi esiste l’evento “Pranzo Condiviso” dalle 13,00 alle 15,00… lo slogan recita così:
“porta qualcosa da mangiare e bere per te e se vuoi da condividere”
 
Ma da dove nasce l’idea di “condividere un giardino”?
 
Queste cose generalmente le si vedono nei paesi del NordEuropa, dove , si sa, le persone sono più attente al bene comune e le amministrazioni, forse, sono anche un po’ più propense a incrementare questo tipo di iniziative….e invece, ecco che accade anche a Milano, in Italia! Gli abitanti, infatti, stufi di tanto cemento, hanno preso in gestione un grande spazio in via Guglielmo Pepe. In accordo con il Comune di Milano, un gruppo di volontari ha trasformato l’ex-magazzino in un giardino!
Esiste nei loro regolamenti e prescrizioni, la possibilità di contribuire alla vita e al sostentamento del giardino a prescindere dall’essere soci che, in ogni caso, ha un contributo minimo di 5 euro!
 
manoxmano vi porta all’Isola e ve la racconta in due affascinanti percorsi (Quartiere IsolaTram 33)
 
Detto ciò vi lasciamo alle vostre riflessioni su una città che sta cambiando grazie ai suoi abitanti.
Cambia nelle piccole e nelle grandi cose, cambia negli atteggiamenti e nelle abitudini e chissà, nell’ottica di vedere una ancora più ampia espansione delle social street, magari vedremo risolte le grandi problematiche delle nostre periferie! Speriamo!
 

 

 
INFORMAZIONI UTILI

Isola Pepe Verde
via Pepe, 10 Milano
isolapepeverde.wordpress.com
isolapepeverde@gmail.com
data e ora:
qualche mattina dalle ore 10,30 alle 12,30 e ogni giorno dalle ore 16,00 circa con chiusura entro il tramonto
Pagina Facebook:
Isola Pepe Verde
come arrivare:
metro M5 Isola
Milano, 22 giugno 2015
Paola Caneva

Founder – Presidente – Project ManagerVedi profilo >

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