Il patrono cittadino è una persona generalmente molto importante che protegge una città e un Santo Patrono (ogni città ne ha uno!) è un personaggio talmente importante da essere addirittura santo! Ecco quindi che il giorno dell’onomastico di questo “Ambrogio”, la città di Milano fa festa e non lavora, e voi, cari ragazzi, saltate un giorno di scuola…a meno che non siate sfortunati e capiti di Sabato o Domenica!
Che arriviate in metro o con l’autobus, non farete fatica a trovare questa splendida Basilica inserita in un’altrettanto splendida piazza, oggi finalmente terminata! Pensate che per colpa di questi lunghissimi lavori, la mitica fiera degli ObeiObei si è dovuta trasferire da qui a piazza Castello, dove oggi ancora la troverete! Ma per la fiera c’è tempo e, anche se capitate in un altro periodo dell’anno, vale sempre la pena esplorare questa zona!
All’angolo tra via San Vittore e via Carducci, di fronte ad un curioso palazzotto che pare un castello, vi si aprirà la prospettiva di Sant’Ambrogio! Avvicinatevi. La basilica risale a più di 1500 anni or sono ed è stata costruita tutta in mattoni come si usava a quel tempo. Anche i campanili sono in mattoni…I campanili?? Vi siete accorti che la basilica ha due campanili? Non si sa bene perché, ma pare che i Monaci del convento e i Preti della Chiesa ne volessero assolutamente uno ciascuno e così due ne costruirono e due oggi ne vediamo!
Il fronte della Chiesa è molto austero… non abbiate timore, negli orari di apertura potete visitarla e vi assicuriamo che ne vale davvero la pena! Sappiate solo che state entrando in una delle architetture più belle della città e punto di riferimento importante della nostra storia. Inoltre, è un luogo ricco di leggende e fatti poco conosciuti… a partire addirittura dalla vita del piccolo Ambrogio al quale pare che, ancora in culla, gli si sia posato sulla bocca uno sciame di api e che queste entrassero e uscissero dalla sua bocca mentre dormiva.
Quando lo sciame se ne andò, il padre di Ambrogio molto spaventato e sbalordito dall’accaduto, disse: «Se questo mio figlio vivrà, diverrà sicuramente un grand’uomo!». E così fu! Se siete bravi, osservando da vicino l’altare della Chiesa, potrete trovare in uno dei quadratini che raffigurano la vita del Santo, proprio quest’immagine che passò alla storia come “il miracolo delle api”!
Entrate nel cortile antistante l’ingresso vero e proprio e iniziate a guardare i capitelli (la parte in alto) di queste 18 colonne: ci sono animali fantastici e mostruosi, cavalli alati, draghi, grifoni, sirene e centauri… ma cosa significa tutto ciò? Perché tutti questi personaggi all’ingresso proprio di una Chiesa? Si dice che siano stati voluti per raffigurare la lotta del bene contro il male… e infatti, di questa lotta, vi è un’altra esemplare testimonianza, all’esterno della basilica sul lato sinistro. La vedete quella colonna bianca? Se vi avvicinate potrete notare due fori ben chiari…sono due buchi lasciati dalle corna del Diavolo! “Ma che storia è questa?!”, direte voi!
Pensate che la leggenda racconta che Ambrogio dovette combattere a lungo contro il Diavolo in persona, ma che, alla fine, ebbe la meglio e il diavolo rimase incastrato con le corna proprio in questa colonna e che, quando riuscì a liberarsi dopo due giorni, si rintanò all’inferno e da lì mai più si mosse! C’è chi dice che avvicinandovi l’orecchio si possano sentire i lamenti degli inferi e chi dice che annusando bene si possa sentire l’odore di zolfo tipico dell’inferno…Provate anche voi…noi non vi assicuriamo nulla. Quello che è certo è che probabilmente è solo una leggenda per far capire a tutti quanto Ambrogio fosse una persona buona e saggia e quanto agguerrita sia stata la sua lotta contro il male!
Dicevamo prima che fino ad una decina di anni fa, proprio durante la festa di Sant’Ambrogio, in questa piazza e in tutte le strade e stradine qui intorno, veniva organizzata la fiera degli Obej-Obej…un festoso mercato dove trovare dolciumi , cianfrusaglie, chincaglierie, addobbi per l’albero di Natale. Ora, come vedete, la fiera non c’è, ma come vi dicevamo all’inizio l’hanno solo spostata davanti al Castello Sforzesco… ed è proprio lì che sarà la nostra tappa finale! Ma come mai si chiama fiera degli ObeiObei? Perché questo nome?
Pensate che 600 anni fa arrivò in città un certo Giannetto Castiglione che era stato incaricato dal Papa di occuparsi di persona dei milanesi che non si stavano comportando molto bene… E Giannetto, impaurito di poter avere un’accoglienza non troppo calorosa, anziché entrare a Milano con aria arrabbiata e rimproveri per tutti, ci arrivò invece con le braccia piene di doni per la grande folla che lo attendeva. Ed ecco allora le grida di gioia dei bambini che, vedendo tutti quei regali, lo seguirono felici gridando “oh bej oh bej”, ovvero “o che belli, o che belli”.
Ora fatevi, se avete voglia, due passi a piedi intorno a questo edificio. Diciamo pure che ci hanno messo tantissimo tempo, ma finiti i lavori, l’area pedonale ora è molto gradevole! Qui intorno, se avete voglia di fare una piccola merenda o di far bere un caffè ai vostri genitori, avete l’imbarazzo della scelta, soprattutto se percorrete a ritroso via San Vittore. Vogliamo portarvi fino al Museo della Scienza e della Tecnica di Leonardo da Vinci. E’ il più importante museo tecnologico d’Italia, per cui, se non l’avete mai visto, è il caso di farci una capatina! Non faticherete a trovarlo: camminando vedrete che ad un certo punto, sulla vostra sinistra, vi si aprirà uno slargo, l’ immenso sagrato della bellissima chiesa di San Vittore!
Ora lasciate alle vostre spalle il Museo e fate ancora un piccolo pezzettino di via San Vittore e girate alla prima a destra, via Bernardino Zenale, una via tranquilla che vi condurrà dritti dritti sul sagrato di un’altra meravigliosa Chiesa, Santa Maria delle Grazie: siete in Corso Magenta, una delle arterie storiche più affascinanti della città!
Santa Maria delle Grazie, oltre ad essere un bellissimo edificio di culto, è uno dei monumenti più suggestivi del Rinascimento lombardo… ma che cos’è questo “Rinascimento”? Diciamo che non è semplice descriverlo, ma, dato che state arrivando dalla Basilica di Sant’Ambrogio, cercheremo di spiegarvelo facendovi notare la differenza tra questi due edifici.
Siamo sicuri, infatti, che avrete visto che Sant’Ambrogio è molto austera, severa, un’ architettura senza fronzoli né orpelli… in quel tempo l’idea era quella di far sentire l’uomo un po’ impaurito e un po’ sottomesso davanti alla religione che predicava il bene contro il male! E veniva considerato “il male” tutto ciò che non riguardava la religione! Eravamo infatti nel Medioevo, un periodo molto lungo che, se dovessimo definire oggi, diremmo “non troppo allegro”. Il Rinascimento, invece, come dice la parola, è stato un periodo di forte rinascita da tutti i punti di vista e l’uomo imparò a “conoscere per sapere” (un po’ come fate voi a scuola!), perché il sapere rende liberi… soprattutto liberi di scegliere… e questo tenetelo sempre ben presente!
Ma torniamo alla piazza e alla Chiesa che avete davanti… che dite, non è meravigliosa?
E pensate che all’interno è ancora più bella. Entrate e alzate subito lo sguardo… che soffitto incredibile, sembra ricamato… e che luce che entra da quei rosoni (finestre tonde) lassù in alto!
Vi accorgete della diversità tra questo edificio rinascimentale e quello medievale di sant’Ambrogio?
Qui, tutto sembra leggero, aggraziato, quasi con un pizzico di frivolezza… Certo è che su questa Chiesa ci sarebbe da parlare per ore, ma avrete modo di studiarla a scuola… sappiate che è custodito qui dentro in una sala apposta, uno dei capolavori pittorici più belli al mondo: il Cenacolo di Leonardo da Vinci (visibile solo su prenotazione)… Eh sì, esatto, proprio quello stesso Leonardo da Vinci del Museo della Scienza e della Tecnologia! Lo sapevate, per esempio, che per Natale all’interno di questo edificio viene allestito un presepe da favola? E ogni anno è sempre diverso! Entrate per credere!
Se avete voglia poi, esiste un chiostro molto carino da vedere, chiamato “chiostro delle rane”? Per via delle ranocchie di bronzo che decorano una deliziosa fontana al centro. Il nostro consiglio è ora quello di rimettersi in marcia perché le cose da vedere non finiscono qui e perché, se oltre al presepe avete voglia di un po’ di atmosfera natalizia, lungo Corso Magenta certamente non vi mancherà!
Lasciate il sagrato della Chiesa e andate verso il centro. Al n.61, sulla vostra destra, vi suggeriamo di dare un’occhiata a questo meraviglioso e affascinante palazzo, il Palazzo delle Stelline, di cui il cortile, a nostro avviso, è il pezzo forte… non tanto perché più bello di molti altri cortili milanesi, quanto per la serenità che si respira al suo interno… forse anche sapendo il motivo per cui questo palazzo si chiama “delle Stelline”.
Questo edificio originariamente monastero delle suore Benedettine, già 500 anni or sono iniziò ad ospitare poveri mendicanti e senzatetto, fino a diventare 300 anni fa un orfanotrofio solo per fanciulle , ovvero un luogo che accoglieva ed educava le bambine rimaste senza papà e mamma… che vennero chiamate appunto “stelline”. Veniva loro insegnato non tantissimo, ma quanto bastava per farle diventare delle brave mogli e delle brave mamme… e quindi sapevano cucire, ricamare, pulire, cucinare!
Adesso riprendete la passeggiata sempre lungo Corso Magenta. Arrivate all’incrocio con via Carducci e, prima di riprendere ancora dritto dopo il semaforo (mi raccomando: attraversate sulle strisce… l’incrocio è molto pericoloso!), vogliamo segnalarvi un bar molto famoso tra i milanesi che conserva ancora la sua originale insegna: il Bar Magenta. Pensate che questo grande bar ha più di 100 anni, diciamo che è un’istituzione della città… è sicuramente il più antico e certamente il più conosciuto! Se avete voglia di uno stuzzichino o anche solo una bibita, entrate a dare una sbirciatina perché l’arredamento è ancora quello di una volta e sembra di essere trasportati indietro nel tempo. L’avete notato quel meraviglioso orologio dorato davanti alla porta d’ingresso? Niente a che fare con i bar alla moda quindi, ma se avete bisogno del wi-fi, qui lo trovate! Siete pronti per proseguire?
Inizierete ora la seconda parte di questo splendido corso, quella più centrale… ammirate quanti bei palazzi fiancheggiano la strada e quanti negozi! Tra i tanti palazzi che vedrete, sulla sinistra, ne noterete certamente uno, molto grande e maestoso. È Palazzo Litta, un fastoso edificio la cui costruzione risale a 400 anni fa. Pensate che, nemmeno a farlo apposta, questo palazzo è in stile Barocco, ovvero quello stile che venne dopo il Rinascimento! Ma cosa s’intende con Barocco? Questo termine viene da una parola francese che significa bizzarro, stravagante… e infatti tipiche del Barocco sono le forme molto arzigogolate, molto fantasiose e irregolari… Per guardare meglio la facciata di questo edificio sarebbe opportuno mettersi dall’altra parte della strada e, visto che c’è uno slargo, allontanatevi pure fino a quando non sarete soddisfatti! Le decorazioni in pietra sono talmente morbide e scolpite che non farete fatica a notarle anche a distanza, come quei due signori che reggono l’ingresso… li avete notati? Che fatica che fanno!
All’interno il palazzo è ancora più bello, ma ahimè, come accade per tanti nostri tesori italiani, non si può entrare se non in occasione di qualche evento; è un vero peccato, perché vi sarebbe piaciuto un sacco vedere gli interni, sono bellissimi! L’immenso scalone ornato con il tappeto rosso, il Salotto Rosso, il Salotto Giallo, la Sala della Duchessa, il Salone degli Specchi…
Proprio di fronte a Palazzo Litta, subito dopo l’ingresso al Museo Archeologico (anche questo è un posto meraviglioso, ma vi consigliamo di andarci facendo il percorso a spasso per Mediolanum e dedicargli il tempo necessario!), c’è un’austera Chiesa che dall’esterno non racconta certo quello che vedrete dentro! Entrateci un attimo… pensate che San Maurizio al Monastero Maggiore è definita la Cappella Sistina dei milanesi e dei lombardi (oltre alla Certosa di Garegnano… ma ricordatevi che la vera Cappella Sistina è in san Pietro, a Roma!)
Allorchè avrete varcato il portone d’ingresso, siamo convinti che non potrete rimanere indifferenti a tutto ciò che vedrete! Il soffitto sembra ancora più ricamato di quello di Santa Maria della Grazie e le pareti, tutte affrescate, vi avvolgeranno completamente in un tripudio di colori…
Sarebbe impossibile e anche un po’ noioso per voi che ora vi raccontassimo cosa raffigurano tutti questi dipinti… ma vogliamo credere che almeno uno vi interesserà particolarmente… provate a cercarlo… è il disegno dell’Arca di Noè con tutta la processione di animali pronta a salpare per salvarsi dal Diluvio Universale! Ricordatevi solo che tutti i pittori che lavorarono qui ebbero come maestro pensate un po’ chi? Ma il nostro Leonardo da Vinci ovviamente…
Ora proseguite pochi metri e prendete alla vostra sinistra via San Giovanni sul Muro… arriverete a piazza Castello in men che non si dica…
Prima di girare però, se avete voglia o desiderio di qualcosa di speciale (non certo a buon mercato), proseguite ancora qualche metro e vi apparirà la Pasticceria Marchesi, un luogo molto caro ai milanesi sia per i prodotti favolosi sia per aver mantenuto, da quasi 200 anni, la stessa atmosfera di un tempo… Anche se non avete voglia di alcunché, sbirciate dalle vetrine… i mobili, i lampadari e il bancone sono ancora quelli originali e il soffitto, tutto in legno, è magnifico!
Ora girate pure a sinistra in via San Giovanni sul Muro. Percorrendo questa strada, verso la fine sulla sinistra, noterete un bell’edifico… è un Teatro lirico, il Teatro Dal Verme, che fece costruire il sig. Dal Verme demolendo una sorta di circo-teatro dove si esibivano, pensate, addirittura a cavallo! Questi spettacoli richiamavano parecchia folla e non sempre però molto educata. Il più delle volte, infatti, accadeva che la polizia dovesse intervenire a domare i tafferugli che disturbavano non poco gli abitanti della zona. Fu per questo motivo che il Dal Verme, proprietario del terreno circostante, prese la decisione di far fronte al problema eliminando il circo-teatro Ciniselli! Ecco ragazzi, ora siete in Largo Cairoli, salutate Giuseppe Garibaldi a cavallo e puntate dritto in via Beltrami per raggiungere il Castello…
Potete decidere di girarlo come volete, anche senza entrare nei Musei Civici: è facile sentirsi un cavaliere o una damigella, in una cornice come questa! E, se siete capitati in questa zona nel giorno di Sant’Ambrogio o giù di lì, godetevi l’atmosfera del Natale… che è ormai alle porte!
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